GIUSEPPE MASALA

Giuseppe Masala

 

Gioco della carta – maestrale

Licita – magistrale

Presenza al tavolo – cattedratica

Simpatia – scolastica

 

Rappresenta un caso unico nel panorama nazionale e azzarderei a dire mondiale del variopinto mondo del bridge. Pare e viene confermato anche da parte di chi lo ha conosciuto bene che abbia imparato i misteri del gioco del bridge insegnandoli direttamente a se stesso e infatti ne ha conservato la patina di ineffabilità dalla quale non vuole discostarsi, senza alterare minimamente la ermeticità delle licite e rendendo al gioco della carta la sua più piena e intrigante complessità. Insomma, contrariamente a tutti lui ha iniziato da maestro e ancora lo è, sempre di più, potrei dire ufficialmente, in maniera riconosciuta, essendosi specializzato con un master conseguito presso la zona industriale di Selargius, subito a sinistra dopo la 554, che non è una distribuzione anomala, come ha affermato Benito Puddu.

Ha fatto moltissimo per la diffusione del bridge e di questo Selargius gli è riconoscente, specie il proprietario dei locali del circolo, che ha anche la fortuna logistica di essere il più vicino a casa mia.

Nel tempo ha tirato su una caterva di allievi che gli mostrano sempre grande riconoscenza, assegnandogli generosamente la paternità totale di certe licite particolari e l’ideazione di certe giocate fantasiose che hanno il pregio della unicità. Molti ci marciano, anche per darsi arie e attribuiscono ai suoi consigli tecnici certi insuccessi di gioco, anche pur non essendo stati suoi allievi.

È diventato un tormentone risolutivo il botta e risposta tra due compagni che discutono su una licita “Ma quale forzante? Non è manco invitante” – “Sì, a farti un giro è invitante” – “Ma chini ti d’ha nau?” – “Il mio maestro: Giuseppe Masala” – “Potevi dirlo prima, mezz’ora di discussione po’ nudda”.

Forma una buona coppia con Daniela Luxi, sicuramente ben assortita, direi un esempio di amalgama, di match up, da seguire e perseguire nel panorama del bridge tout court, infatti lui si sente un perseguitato. Notate infatti la sua espressione al tavolo: già alla prima mano, ancor prima che inizi il torneo. Lui ha una espressione infastidita, come quando la moglie gli ingiunge di stirarsele lui le camicie. Comunque con Daniela si completano molto bene: lei è donna e lui uomo, lei licita imitando lui, e lui licita imitando lei quando lo imita. Lei fuma e lui apre le finestre. Lui si arrabbia e lei lo fa arrabbiare. Lei gli dà ragione e lui se la prende. La ragione ovviamente.

È persona anche umile però, forse perché ha avuto a che fare con  (in)Fausto Salvatelli e non vuole diventare come lui, e dedica tutti gli onori, specie quelli che gli vengono riconosciuti dalla moglie, sua prima allieva ed estimatrice, al suo maestro, che possiamo quindi chiamare il maestro dei maestri, Gavi Zedda, che conosco molto bene, un benemerito del bridge, un giusto tra i giusti, che gli ha insegnato come avere sempre ragione in una qualsiasi discussione di tecnica, ma qui esuliamo dal bridge.

 Prossimo appuntamento con ...

FRANCO ROMAGNOLI

   
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