GIORGIO SCANO

Giorgio Scano

 

Gioco della carta – estemporaneo

Licita – Spigolosa

Presenza al tavolo – seduto a stento

Simpatia – Antiga

 

Figlio di un grande chitarrista e fratello di un famoso violoncellista, non ha saputo rinunciare alla musica, ma invece di deliziare gli amici le ha sempre suonate ai suoi avversari. Ho assistito al suo esordio sulla scena bridgistica. No, anche se non sembra, per colpa solo sua, sono più giovane all’anagrafe e più vecchio bridgisticamente. La sua comparsa sulla scena che conta è avvenuta in un periodo di grande tranquillità per il bridge sardo, con pochi circoli, ruoli tecnici ben definiti, classifiche cristallizzate, verifiche tecniche assodate, Sergio Nurchi imperante. E lui si è inserito come un incolpevole ciclone dei cambiamenti climatici, sovvertendo gran parte delle regole tecniche bridgistiche sino allora in uso e rimescolando le disamine tecniche e di valore.

Pare sia stato lui ad avere decretato la fine della Stayman a favore della Puppet così chiamata da Giorgio in memoria di un vecchio frequentatore del bar Ragno, cioè il luogo dove ha mosso i suoi primi passi, rubando i segreti del gioco un po’ da tutti, da don Michele Carboni buonanima a Gianni Corona, famoso bridgista che non chiamava mai il direttore, sbrigava tutto da sé, alla cui generosità Giorgio ha sempre riconosciuto il suo debito di riconoscenza tecnica.

Proprio al bar Ragno, che gli ha visto muovere i primi passi volevano dedicargli anche una targa ricordo “Giorgio Scano ha giocato qui”, mentre nel bar di fronte lì vicino la targa invece c’è da molto tempo “No, Giorgio Scano ha giocato lì, qui non ha mai messo piede e se non ci credete domandaisiddu”.

Lello Piga, che ora non c’è più e ne approfitto per ricordarlo, a bridge aveva paura di lui, solo di lui, anche se non lo evitava. Ogni volta che Giorgio gli rifilava un pot, all’incirca ogni quattro mesi, gli telefonava a casa anche alle due di notte per ricordargli l’episodio e per questo motivo infatti Lello aveva cominciato a prendere le gocce per non svegliarsi e staccava il telefono, prima che Giorgio la smettesse e provvedesse a passare sotto casa e suonasse il clackson. I vicini di casa quartesi di Lello ormai non si lamentavano più “Ma ita è tottu custu casinu a s’una de notti?” - “Tranquilla, no è nudda. Depi rìessi un atru top de cussu Giorgio Scano” – “Unu top? Ma ita è custu Scano? un agattu?”.

Come succede in Giappone nelle palestre di Karate, dove troneggia la foto di Funakoshi, il padre del karate moderno, così finirà che appenderanno nei vari circoli la foto di Giorgio Scano, il padre del bridge modernissimo.

 

Prossimo appuntamento con...

ROSALBA MIAZZA

   
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