SERGIO BIGGIO

Sergio Biggio

 

Gioco della carta – Avvolgente

Licita – Suadente

Presenza al tavolo – Tornita

Simpatia – Sorprendente

 

Uno dei cinquanta più forti giocatori di Poggio dei Pini, a detta degli altri quarantanove componenti del circolo di quelle parti. Sta aspettando con trepidazione che esordisca nel bridge, cosa che avverrà a breve, da un anno all’altro anche il fratello Antonello e la sua splendida cognata per poter essere identificato come il più forte della famiglia.

In effetti, e non lo dico con finta ignoranza, ancora non si conoscono i suoi limiti e con ciò intendo dire neanche le sue qualità ed è inutile che chiediate in giro per farvene un’idea precisa, anche perché i pareri li troverete molto discordi e Sergio non è sicuramente persona divisiva.

Chi dice che sia molto forte, e di solito è uno che lo ha visto una sola volta, magari non in azione di gioco; chi pensa che lo sia stato perché ha con lui, come ho io, rapporti affettuosi, e quindi merita; chi pensa che lo diventerà prima o poi, per impostazione e disposizione, vedendolo studiare prima di muovere le carte le varie situazioni di gioco; azzardo qui una mia ipotesi: nella sua forza risiede anche la sua debolezza, fa troppe ipotesi e alla fine sceglie proprio quella sbagliata, che lui chiama sfortuna. Grosso modo i suoi estimatori si dividono in due categorie: quelli pessimisti, perchè si mette a pensare, e quelli ottimisti, sempre per come si mette a pensare, ma comunque ne loda gli sforzi per tentare di diventare forte, non si sa mai.

Gioca spesso con Giuseppina Mureddu, che lo ascolta con aria sognante, sguardo idealizzante, attenzione spasmodica, una compagna che lui chiama con affetto la mia geisha.

Lui dà però l’idea di non avere alcuna urgenza di dimostrare e vedere riconosciuto il suo valore nella grande platea, valore che per ora viene tenuto in grande considerazione a Capoterra e a Pula e tanto gli basta. Mentre per il fratello si sa tutto, che sta frequentando da tre anni il corso di Giuseppe Masala, poco si sa dei suoi inizi che sono avvolti nel mistero che però non intriga nessuno, al di qua della Scafa.

Quando giochi al suo tavolo hai l’impressione che ti abbia invitato a cena, perché ti fa sentire a casa, gentile e attento, ti fa sempre trovare bene e ti lascia andare via con un regalino, di quelli che a bridge sono beni immateriali. Usa lo stesso atteggiamento con i compagni, tra le quali spicca la già citata Giuseppina Mureddu, alla quale spiega sempre i misteri del gioco come un altro spiega come arrivare a Poggio dei Pini e quante rotonde si devono affrontare.

Questo ha creato per Poggio dei Pini la nomea di luogo o circolo molto ospitale grazie a lui e non solo, a parte Mario Serra che si accontenta di vivere di luce riflessa. Per adesso.

 

 Prossimo appuntamento con...

WILLIAM TOLU

   
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