FABIANA BAIRE
Baire Fabiana
Gioco della carta – Guidato
Licita – da manuale
Presenza al tavolo – seduta
Simpatia – certa
Vedendola giocare e assistendo alle normali peripezie di un suo torneo qualsiasi, viene difficile fidarsi a salire sul suo bus, quando guida lei ovviamente. Eppure ancora non ha procurato incidenti, non ha mai accusato ritardi o disattenzioni, ma nessuno si fida ancora perché vedendola giocare a bridge riesce difficile capire come faccia, per vari motivi. Anche perché mischia i due momenti ed è quindi facile che vada in confusione, e mandi anche noi. Non ipotizzo niente, sono episodi che mi sono stati riferiti e riporto, sperando che Manovella non informi la federazione. Sul bus: “Scusi, mi potrebbe fare scendere qui?” – “Non si può. Non vede che c’è barrage?” – “E ita è?”. Purtroppo non ha saputo spiegarlo neanche lei. Ora lo sa, grazie a Biggio.
In un torneo a Poggio dei Pini: “Ma dove vuoi andare con quelle fiori?” – “Non andare, vengo da Rosi Sgaravatti”.
Quando guida sembra sempre che sia seduta al volante da dieci ore, ma non è stanca della guida, dice che è stressata dal bridge. Quando gioca le prime carte di un torneo qualsiasi dice invece che è stanca dalla guida. Le capita anche di pensare sul lavoro a certe licite del giorno prima e con questo potete spiegarvi il perché di certe frenate improvvise, di una fermata inspiegabile in avvicinamento a slam o a certi sorpassi azzardati. Intendiamoci, niente di pericoloso però, soltanto inspiegabile, come dice Nando Usai, a prima vista. Una differenza tra il bridge e la guida del bus c’è sicuramente, in perdita per quel che mi riguarda, ed è che mentre guida sarebbe vietato parlare col o al conducente, anche se lo conoscete, mentre al tavolo è sempre bello capitare al suo tavolo e incontrare la sua disponibilità, che si chiama affabilità.
Per sua fortuna e anche nostra infatti non è donna umorale, che ti imponga i propri anfanamenti e ti faccia scontare le proprie paturnie, anzi da un punto di vista strettamente bridgistico per lei è lo stesso prendere un top o centrare uno zero. Voglio dire: non si esalta e non drammatizza mai. Proprio per questo riesce ad avere un atteggiamento che risulta sempre simpatico al tavolo, gradevole, pronta e rispondente alla battuta e i quindici minuti con lei scorrono sempre molto piacevolmente. Bacino sulla guancia.
Io faccio tifo perché migliori, certe volte la agevolo con un attacco non maligno, senza darglielo a vedere e lei in maniera complice non mostra stupore, anzi, alla prima occasione ricambia. Faccio tifo perché prosegua, perché trovi sempre stimoli al gioco, perché c’è bisogno di avversari come lei al tavolo e non sto parlando di tecnica, per quello basta e avanza Serafino, che con l’aumento del prezzo della benzina difficilmente andrà a Poggio.
Prossimo appuntamento con…
CARLA RUFFOLI